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Stili di attaccamento, modelli operativi interni e dipendenza affettiva

L’attaccamento si riferisce al legame emotivo che si sviluppa tra una persona e le figure di attaccamento significative, solitamente i genitori o le figure caregiver primarie. Secondo la teoria dell’attaccamento di Bowlby, i bambini che sperimentano una relazione sicura con i loro caregiver sviluppano un modello operativo interno positivo che influenzerà le loro relazioni future.

Gli studi sull’attaccamento hanno identificato quattro principali stili di attaccamento: sicuro, evitante, ambivalente e disorganizzato. Gli individui con uno stile di attaccamento sicuro hanno fiducia nelle figure di attaccamento e si sentono a proprio agio sia nel cercare supporto da loro che nel fornire supporto agli altri. Al contrario, coloro che hanno uno stile di attaccamento evitante tendono ad evitare la vicinanza emotiva e possono essere più indipendenti e autonomi. Gli individui con uno stile di attaccamento ambivalente tendono ad essere preoccupati e insicuri nelle loro relazioni, mentre quelli con uno stile di attaccamento disorganizzato mostrano comportamenti contraddittori e disorganizzati.

Un aspetto correlato agli stili di attaccamento è la dipendenza affettiva, che può manifestarsi come un bisogno eccessivo di conferme e attenzione dagli altri. Le persone con dipendenza affettiva spesso cercano di soddisfare i loro bisogni emotivi attraverso relazioni intime, ma possono sperimentare insicurezza, gelosia e ansia nella paura di essere abbandonate o respinte.

La dipendenza affettiva può essere influenzata dagli stili di attaccamento. Ad esempio, le persone con uno stile di attaccamento ambivalente possono essere più inclini alla dipendenza affettiva a causa della loro insicurezza nelle relazioni. Allo stesso modo, coloro che hanno uno stile di attaccamento evitante potrebbero manifestare comportamenti di distanza emotiva come una forma di evitare la dipendenza.

Comprendere gli stili di attaccamento e la dipendenza affettiva può essere utile per le persone che desiderano migliorare le loro relazioni e il loro benessere emotivo. La consapevolezza dei propri modelli operativi interni e delle dinamiche di attaccamento può aiutare a sviluppare relazioni più soddisfacenti e a lavorare su eventuali schemi disfunzionali.

Lo studio degli stili di attaccamento e della dipendenza affettiva offre una prospettiva preziosa per comprendere le dinamiche relazionali e l’influenza del legame emotivo sul benessere psicologico delle persone. Approfondire questi argomenti può fornire strumenti utili per migliorare la qualità delle relazioni e promuovere un senso di sicurezza e fiducia nelle interazioni intime.

Le origini della teoria

Le origini della teoria dell’attaccamento risalgono a diverse influenze teoriche provenienti da diverse aree di studio, tra cui la psicoanalisi, l’etologia e l’antropologia.

In particolare, John Bowlby, nel formulare la sua teoria, fu influenzato dalla scoperta dell’imprinting effettuata da Konrad Lorenz nel 1957. Lorenz osservò che un pulcino appena nato segue il primo oggetto in movimento che appare alla sua vista, un comportamento che venne definito “imprinting”.

Un esperimento emblematico proposto da Lorenz fu quello del “guanto giallo”, in cui un guanto giallo in movimento veniva presentato ai pulcini appena schiusi. Ciò che risultò fondamentale fu il fatto che i pulcini cominciarono a seguire il guanto come se fosse la loro madre anatra, nonostante il guanto non fornisse loro nessuna delle cure, come cibo e calore, che tradizionalmente si pensava fossero necessarie per instaurare un legame di affiliazione.

Questo esperimento ha dimostrato la possibilità che si sviluppi un legame con una figura specifica anche in assenza di ricompense tangibili come cibo e calore. Bowlby, basandosi su questa scoperta, sviluppò la sua teoria dell’attaccamento, sostenendo che i bambini sviluppano un legame emotivo con le figure di attaccamento primarie, di solito le figure genitoriali, che va oltre la semplice gratificazione delle esigenze materiali.

L’imprinting di Lorenz ha quindi fornito un’importante base empirica per la teoria dell’attaccamento, sottolineando l’importanza dell’attaccamento emotivo e dell’affiliazione sociale nel processo di sviluppo dei legami affettivi. Questa teoria ha contribuito a spiegare come i legami di attaccamento influenzino la sicurezza emotiva, la regolazione emotiva e le dinamiche relazionali nelle relazioni interpersonali.

La teoria dell’attaccamento si basa su una combinazione di influenze teoriche provenienti da diverse discipline, con l’imprinting di Lorenz che ha svolto un ruolo fondamentale nel dimostrare la possibilità di sviluppare un legame emotivo con una figura senza che essa fornisca ricompense materiali. Questa teoria ci aiuta a comprendere l’importanza dei legami affettivi e dell’attaccamento nelle relazioni umane e nel processo di sviluppo psicologico.

 

Gli esperimenti

Gli esperimenti condotti da Harlow e Zimmerman nel 1959 con i macachi Rhesus hanno avuto un’ulteriore influenza sul pensiero di Bowlby riguardo alla teoria dell’attaccamento.

Questi esperimenti coinvolgevano cuccioli di macaco Rhesus che venivano cresciuti in diverse situazioni di accudimento, utilizzando due tipi di sostituti materni: uno costruito in metallo che aveva un dispensatore di cibo e uno fatto di tessuto morbido che non forniva cibo.

Quando venivano introdotti oggetti estranei nella gabbia, i cuccioli di macaco si rifugiavano nel sostituto materno di stoffa che offriva loro una vicinanza fisica più piacevole e rassicurante, nonostante non soddisfacesse i loro bisogni di nutrimento. Questo dimostrava che il bisogno di contatto e vicinanza fisica superava il bisogno di cibo.

Da questi esperimenti, Bowlby iniziò a pensare che, in modo simile a quanto osservato negli animali, i bambini sviluppino una relazione con gli adulti che li circondano. Non sono spinti solo dalla fame o da altri bisogni fisiologici, ma principalmente dalla consapevolezza che la relazione può fornire loro un contesto sicuro in cui crescere.

Questi esperimenti hanno evidenziato l’importanza del contatto fisico, della vicinanza emotiva e della sicurezza nella costruzione di un legame di attaccamento. Hanno contribuito a sottolineare che i bisogni affettivi e di sicurezza sono essenziali per lo sviluppo psicologico sano e che la relazione con i caregiver è fondamentale per fornire un ambiente di crescita protetto e favorevole.

Gli esperimenti condotti da Harlow e Zimmerman con i macachi Rhesus hanno offerto ulteriori prove sull’importanza del contatto fisico e della vicinanza emotiva nella formazione dei legami di attaccamento. Questi esperimenti hanno contribuito ad approfondire la comprensione dei meccanismi sottostanti all’attaccamento e hanno supportato la teoria di Bowlby sulla necessità di un ambiente sicuro e affettivamente gratificante per il sano sviluppo dei bambini.

 

Gli stili di attaccamento sono categorie che descrivono le modalità di relazione tra il bambino e la figura di attaccamento. La studiosa Mary Ainsworth, osservando l’interazione madre-bambino, ha identificato inizialmente tre stili di attaccamento: sicuro (B), evitante (A) e ambivalente (C). Successivamente sono state introdotte altre categorie, come il disorganizzato/disorientato (D) e l’evitante/ambivalente (A/C).

Il bambino con un attaccamento sicuro (B) cerca la vicinanza e il contatto fisico con il caregiver. Ha fiducia nella disponibilità e nel supporto della figura di attaccamento, che rappresenta una base sicura da cui esplorare il mondo. I bambini con uno stile di attaccamento sicuro sono capaci di sopportare distacchi prolungati, non hanno timore di essere abbandonati e hanno fiducia in sé stessi e negli altri.

Il bambino con uno stile di attaccamento evitante (A) tende a evitare la relazione con il caregiver. Ha la convinzione che non otterrà aiuto o conforto dalla figura di attaccamento e si affida esclusivamente a se stesso, cercando l’autosufficienza anche a livello emotivo. Questo stile di attaccamento è il risultato di un caregiver che respinge costantemente il bambino.

Il bambino con uno stile di attaccamento ambivalente (C) mostra un attaccamento intenso verso il genitore ed è centrato maggiormente sulla relazione che sull’esplorazione del mondo. Non ha la certezza che il caregiver risponderà alle richieste di aiuto e quindi manifesta ansia, esitazione e angoscia da separazione. Questo stile è il risultato di un caregiver disponibile solo in alcune occasioni e che ha causato frequenti separazioni.

Il bambino con uno stile di attaccamento disorganizzato/disorientato (D) mostra segni di mancanza o perdita di organizzazione nei comportamenti di attaccamento verso la figura di riferimento. Questi bambini possono manifestare movimenti contraddittori e sembrare disorientati nell’ambiente circostante. Questo stile di attaccamento è stato associato a esperienze di trauma o lutto nella storia materna.

La valutazione degli stili di attaccamento si basa sull’osservazione dell’interazione tra il bambino e la figura di attaccamento. Queste categorie sono utili per comprendere la qualità delle relazioni di attaccamento e i modelli operativi interni che si sviluppano durante l’infanzia e che influenzano le relazioni future.

I Modelli Operativi Interni (Internal Working Models) si riferiscono alle rappresentazioni mentali che un individuo si costruisce di sé stesso e delle figure di attaccamento durante lo sviluppo, sulla base delle interazioni ripetute con la figura di attaccamento primaria che vengono interiorizzate. Questi modelli influenzano il comportamento relazionale e le aspettative legate agli altri nelle relazioni successive, comprese le relazioni di coppia.

Secondo la teoria dell’attaccamento di Bowlby, il modello operativo interno del mondo comprende concetti su chi siano le figure di attaccamento, dove trovarle e come si può aspettarsi che reagiscano. Allo stesso modo, il modello operativo interno del Sé include un concetto di quanto si sia accettabili o inaccettabili agli occhi delle figure di attaccamento.

Un individuo con un attaccamento sicuro avrà interiorizzato un modello operativo della figura di attaccamento come amorevole, disponibile e attenta ai suoi bisogni. Avrà anche un modello di sé complementare come degno e meritevole di cure.

Al contrario, un individuo con un attaccamento evitante percepirà la figura di attaccamento come assente, rifiutante e ostile, e percepirà se stesso come non degno di essere amato. Sarà portato a contare solo su se stesso. L’individuo con un attaccamento ambivalente percepirà la figura di attaccamento come imprevedibile, inaffidabile e ostile, mentre avrà un’idea di sé come vulnerabile e non autonomo.

Nel caso dell’attaccamento disorganizzato, l’individuo svilupperà un’idea del caregiver come incoerente, della realtà esterna come catastrofica e di sé come perennemente minacciato, in pericolo, impotente e vulnerabile.

Gli attaccamenti precoci forniscono le basi per gli attaccamenti romantici in età adulta. Le modalità di attaccamento che si sviluppano durante l’infanzia influenzano il modo in cui ci leghiamo affettivamente alle persone nelle relazioni romantiche. Le esperienze primarie di attaccamento possono influenzare la scelta dei partner e i comportamenti relazionali.

La teoria dell’attaccamento suggerisce che le relazioni di attaccamento primarie rappresentano il prototipo di tutte le relazioni d’amore successive. Pertanto, il legame di attaccamento può essere considerato una forma particolare di legame di attaccamento nelle relazioni di coppia.

Sebbene ci siano alcune differenze tra la relazione di attaccamento genitore-bambino e la relazione di coppia, come la simmetria e la reciproca natura delle relazioni di coppia e l’inclusione del sistema motivazionale sessuale, ci sono anche caratteristiche comuni come la tendenza al mantenimento della vicinanza, l’effetto della “base sicura” e lo sconforto alla separazione.

Diverse ricerche hanno evidenziato l’associazione tra l’attaccamento e la dipendenza affettiva. La dipendenza affettiva, una forma disfunzionale di amore in cui l’individuo dedica completamente se stesso all’oggetto d’amore trascurando altri aspetti della propria vita, può derivare anche dalle esperienze di attaccamento durante lo sviluppo.

Studi hanno dimostrato che gli individui con uno stile di attaccamento ambivalente sono più propensi a manifestare comportamenti di dipendenza affettiva. Questi individui possono mostrare una preoccupazione costante per le loro relazioni, paura di separazione, rifiuto e tradimento da parte del partner, e dipendenza nelle relazioni romantiche.

Alcuni studi hanno anche rilevato una correlazione significativa tra lo stile di amore ossessivo e lo stile di attaccamento ambivalente. Gli individui con uno stile di attaccamento ambivalente sono maggiormente inclini a manifestare uno stile di amore ossessivo, caratterizzato da preoccupazione e dipendenza dal partner.

Gli studi sull’attaccamento hanno evidenziato che gli schemi di interazione disfunzionali tra caregiver e bambino possono influenzare lo sviluppo di modelli operativi interni che poi si riflettono nelle relazioni romantiche in età adulta. Comprendere gli stili di attaccamento e le dinamiche di dipendenza affettiva può essere utile per fornire interventi e supporto per migliorare la qualità delle relazioni e il benessere psicologico delle persone.

 

Quindi?

La teoria dell’attaccamento riveste un ruolo cruciale nell’analisi della dipendenza affettiva, fornendo un modello interpretativo che evidenzia il percorso che porta a problemi e difficoltà a partire dalle prime relazioni tra un bambino e la figura di attaccamento primaria.

Le prime esperienze con le figure di attaccamento hanno un impatto significativo sullo sviluppo della personalità e sui comportamenti amorosi di un individuo in età adulta. Studi recenti concordano sul fatto che vi sia una maggiore probabilità di sviluppare dipendenza affettiva quando si verificano fallimenti nelle interazioni con la figura di attaccamento primaria. L’attaccamento insicuro ambivalente è stato identificato come un fattore di rischio per lo sviluppo della dipendenza affettiva, a causa dell’influenza inconscia dei modelli operativi interni.

Tuttavia, è importante considerare che i modelli operativi interni possono cambiare nel corso della vita a seguito di eventi significativi che hanno un impatto emotivo intenso. Inoltre, relazioni lunghe ed emotivamente significative, come l’esperienza di una psicoterapia, possono influenzare e modificare i modelli operativi interni. Da un’infanzia fino alla senescenza, le esperienze di attaccamento possono intervenire nel modificare tali modelli.

L’attaccamento rappresenta una chiave di lettura importante per comprendere la dipendenza affettiva. Tuttavia, è fondamentale considerare che agisce in concomitanza con altri fattori di rischio e che il suo ruolo è probabilistico e non deterministico. L’attaccamento può interagire con l’ambiente e altri fattori di rischio, come traumi, esperienze di vita stressanti o la presenza di disturbi psicologici.

Per ulteriori approfondimenti su questo argomento complesso e di grande rilevanza, si consiglia la consultazione del volume “Dipendenza affettiva. Diagnosi, assessment e trattamento cognitivo-comportamentale” (Lebruto, Calamai, Caccico & Ciorciari, 2022), edito da Erickson. Questo testo offre una visione approfondita sulla diagnosi, la valutazione e il trattamento cognitivo-comportamentale della dipendenza affettiva, fornendo ulteriori spunti per comprendere meglio questa problematica e per sviluppare strategie efficaci di intervento.

In conclusione, l’attaccamento svolge un ruolo fondamentale nelle dinamiche della dipendenza affettiva, influenzando lo sviluppo della personalità e dei comportamenti amorosi. Comprendere l’importanza dell’attaccamento e la sua interazione con altri fattori di rischio è essenziale per affrontare e trattare la dipendenza affettiva in modo efficace.

 

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