Lasciar andare le persone è una riflessione che non riguarda soltanto i partner ipoteticamente narcisisti o le relazioni tossiche, ma riguarda tutte quelle relazioni che per un motivo o l’altro non funzionano e non portano obiettivamente da nessuna parte; magari si incontra una bellissima persona, meravigliosa, che però tra tutte queste caratteristiche ne ha alcune sulle quali siete del tutto incompatibili, dalla sfera dell’intimità a quella relazionale, allo stile di vita, alle abitudini, alla visione del mondo e della vita; questo può essere un elemento di grande scontro e divergenza che impedisce alla relazione di andare nella direzione giusta o comunque di funzionare.
Come lo si capisce?
Lo sai, lo capisci dal fatto che ti senti frustrato, ti senti insoddisfatto, infelice, perché in termini di “dispendio energetico emotivo”, restare nella relazione sta diventando più costoso che “lasciar andare” questa persona.
La decisione sarà sicuramente devastante e sarà piena di momenti di grande indecisione, anche perché non stiamo specificatamente parlando di una persona manipolatrice – tossica – psicopatica, stiamo parlando di una bravissima persona con la quale semplicemente le cose non funzionano.
Quante volte ti è capitato di insistere all’interno di una relazione?
Quante volte ti è successo di scoprire che quella situazione magari non fa per te, ma tu hai insistito, continuato a restare lì dentro perché magari “tutto cambierà”, perché magari “tutto evolverà in modo in cui i miei bisogni saranno soddisfatti”?
Tutti l’avrete provato una volta nella vita, anche perché è un’esperienza abbastanza frequente quella di dare più tempo del necessario ad una relazione, anche perché molto spesso non abbiamo esperienze di relazione con quella persona in particolare; all’inizio, quindi tendiamo ad avere un comportamento che può passare da un estremo all’altro. Magari gli si dedica troppo tempo oppure troppo poco, poi magari succede che ti innamori che trovi qualcuno che ti accende il cuore e come fai?
Anche se davi alle relazioni poco tempo ora ne dai di più, oppure ti capita di incontrare una persona fantastica in un momento di vita in cui sei più concentrato su te stesso e ti capita di dover chiudere una relazione prima di avergli dato il tempo necessario di sbocciare e capire meglio come sarebbe potuta andare.
Spesso, anche influenzati da fattori culturali, siamo più educati a dover dare più tempo del necessario alle relazioni e situazioni per paura di “passare” da egoisti, di non comportarsi bene e di essere dalla parte del torto.
Rifletti su questo.
Quanto è egoista, quanto è egocentrico ed individualista restare all’interno di una relazione senza dire a quella persona: “Tu non rispondi più ai miei bisogni e a ciò di cui ho bisogno nella mia vita e a quello che vorrei da una relazione.”
Quindi anche se ipoteticamente hai provato ad essere la persona per l’altro, non sono più disposto ad esserlo, perché non trovo in te quella metà che cerco.
Un discorso del genere, solitamente viene sostituito da: “ti lascio perché ti meriti di essere amata/o come meriti”, discorso un po’ falso ed ipocrita anche perché non prende in considerazione la responsabilità personale e il fatto di lasciare andare una persona perché “io non mi sento bene in questa relazione” e non “io mi sacrifico perché tu meriti di meglio”, ma “io non mi sento bene in questa relazione”.
Sembra che pensare ai nostri bisogni, guardare alle nostre esigenze e alle nostre necessità sia un peccato e per questo dovremmo andare tutti quanti all’inferno e invece no, se io non tengo in considerazione le mie necessità, i miei bisogni che sono quelli tra l’altro che mi hanno permesso di incontrare quella determinata persona, perché quella persona si incastra perfettamente con le mie esigenze di quel momento o con alcune esigenze importanti di quel momento e se non le avessi avute e se quel incastro non ci sarebbe stato. Quindi, non mettere in primo piano i nostri bisogni all’interno di una relazione è qualcosa di controproducente e molte persone ritengono sia giusto farlo e sia giusto dare il tempo a quella persona di cambiare, ma cambiare in che modo? Gli do il tempo di cambiare, come?
Come io ritengo debba essere giusto, come io ritengo che sarebbe meglio che cambiasse. In tutto questo potrei anche avere ragione, magari quella persona ha uno stile di vita non ottimale che magari non la porta da nessuna parte, magari cambiasse in quel modo sarebbe una persona migliore e più felice, se cambiasse in quel modo noi staremmo meglio, sarebbe tutto più fantastico, MA: è il MIO punto di vista che sto facendo predominare e questo è assolutamente un atteggiamento egocentrato è il MIO ego che parla e che dice:
“Quella persona, migliorando per se stessa, diventa più simile a quello che tu ritieni giusto”. Questo discorso è difficile da capire, perché noi siamo abituati a pensare all’altruismo come un “cambia”, nel modo in cui penso io, invece le persone hanno diritto di cambiare nel modo in cui pensano loro.
E se hanno diritto LORO di cambiare come pensano LORO è giunto il momento che anche io inizi a cambiare nel modo in cui penso io.
Il fatto è che abbiamo la tendenza a mettere negli altri (soprattutto nei partner) ma anche nelle amicizie, nei figli, nei genitori, nei datori di lavoro, nei colleghi, andiamo a metterci i nostri bisogni, perché abbiamo tanto bisogno di trovare una persona nella vita fatta in quel modo. Una persona che ci apprezzi, ci valorizzi, ci supporti, ci sostenga, che abbia quell’aspetto creativo come il nostro, che abbia voglia di crescere, costruire un’attività, una professione, che abbia voglia di fare, leggere, confrontarsi o mille altre cose, perché ce ne possono essere mille altre.
Ma in realtà l’atteggiamento giusto è di cercare persone che si incastrano con i nostri bisogni, non dover andare a mettere i nostri bisogni nelle persone, perché io potrei mettere i miei bisogni GIUSTISSIMI nella persona SBAGLIATA e quindi è meglio che vada a cercare la persona giusta per i miei bisogni. In questo modo non è che è più facile… non è più facile, ma è così che funziona.